14-10-2022 Spara a una gattina e poi la butta nel secchio. A distanza di 10 giorni muore. Rocchi. “Il responsabile, un cacciatore, è stato individuato e dovrà pagare!”
E’ morta questa notte Sybilla, la gattina a cui hanno sparato e poi è stata buttata nel secchio dieci giorni fa a Cavriglia, lo scorso 4 ottobre, in provincia di Arezzo. A soccorrerla i volontari Enpa della Sezione di Valdarno che dopo aver ricevuto una segnalazione sono corsi a recuperare la gattina. Sybilla è stata portata presso una clinica veterinaria dove è stata ricoverata. Le sue condizioni sono apparse fin da subito difficili a causa dei proiettili rimasti all’interno del corpo in una posizione non operabile. Dopo il ricovero Sybilla è stata dimessa per proseguire le cure a casa, accolta da Letizia, una volontaria dell’Enpa di Valdarno. La gattina, seppur sofferente, sembrava migliorare, fino a quando ieri notte è morta. Nel frattempo il Comune di Cavriglia ha fatto una denuncia per maltrattamento contro ignoti, denuncia presentata anche da Enpa. La Polizia Municipale di Cavriglia ha avviato le indagini che, grazie anche all’ausilio delle immagini delle telecamere presenti, hanno portato all’individuazione del responsabile di questo ignobile atto: un cacciatore residente nella provincia di Firenze. Il Prefetto deciderà nelle prossime ore del sequestro delle armi e della revoca della licenza di caccia dell’uomo.
“Siamo sconvolti dalla crudeltà e dalla violenza – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa - esercitata nei confronti di Sybilla a cui prima hanno sparato e che è poi stata gettata tra i rifiuti ancora viva, come un sacco di immondizia. Questa persona, che è anche difficile definire tale, dovrà pagare per questi reati e per questa totale mancanza di umanità. Ringraziamo la Polizia Municipale di Cavriglia per l’eccellente attività di indagini svolte e ci auguriamo che il Prefetto vorrà procedere con il sequestro delle armi e della licenza perché pensare che persone del genere possano imbracciare un fucile nuovamente dà i brividi e rappresenterebbe una minaccia per la comunità. Noi attraverso il nostro ufficio legale e, in particolare con l’avvocato Enpa, Claudia Ricci, ci costituiremo parte civile e siamo pronti ad investire competenze e risorse affinché questo cacciatore paghi per quello che ha fatto. Queste persone che con i fucili in mano pensano di poter disporre della vita degli esseri viventi come gli pare devono rispondere di fronte alla legge. Ci aspettiamo per lui le punizioni più severe”.