31-12-2020 Fine anno, cacciatori ancora al primo posto nei reati commessi sugli animali

 

Nel Vicentino, nonostante il delicato periodo non diminuiscono, maltrattamenti in casa, bracconaggio e ancora denunce, perquisizioni e sequestri operati dalle Guardie E.N.P.A.

I casi:
Thiene ( Vicenza )
Alla fine di settembre un video recapitato al Nucleo Guardie Zoofile E.N.P.A. mostrava all’interno di una struttura uccelli da richiamo detenuti nelle minuscole gabbie che non gli permettevano di aprire le ali, delle gabbie trappola per catturare uccelli in stato di libertà, oltre a pettirossi e altre specie di uccelli detenuti in piccole voliere. I fatti venivano segnalati alla Procura della Repubblica che interveniva con il Pubblico Ministero Dott.ssa Alessandra Blok, emettendo un Decreto di Perquisizione e Sequestro e dando incarico ai Carabinieri di Thiene e alle Guardie Zoofile per svolgere l’attività; all’atto della perquisizione si presentavano tre Carabinieri e quattro Guardie Zoofile, Il cacciatore Z. E. molto noto nelle cittadina non opponeva resistenza e collaborava.

Nella disponibilità dello stesso è stata rinvenuta una piccola “Santa Barbara” ben sei gabbie trappola, (si tratta di apparecchiature che vengono utilizzate per la cattura di uccelli in natura ), la cui detenzione è vietata e l’uso comporta una denuncia penale al trasgressore.
In altri locali attigui, sono stati rinvenuti anche tre pettirossi, un fanello, tre peppole e due passeri d’Italia, tutti uccelli di specie protetta o particolarmente protetta inserite nell’appendice due e tre della convenzione di Berna in quanto minacciate; gli uccelli erano sprovvisti di documentazione di provenienza e anello inamovibile, ciò ha comportato due tipologie distinte di reato in carico al cacciatore.
Mentre non si è trovata traccia dei richiami detenuti nelle gabbiette, che sarebbero stati consegnati nel frattempo ad altri cacciatori.
La Procura convalidava tutta l’attività effettuata, indagava il cacciatore per i reati penali previsti nella legge 157/92 e disponeva l’immediata liberazione degli uccelli detenuti. 

Tretto/ Schio ( Vicenza ).
Cane ammazzato da un cacciatore con una Fucilata al Tretto di Schio, questo il tenore della segnalazione ricevuta ai primi di novembre dalle Guardie E.N.P.A.
Era domenica 15 novembre quando le Guardie Zoofile dopo avere effettuato le indagini di rito, si recavano presso il domicilio del segnalato, lo stesso D.Z. cacciatore settantenne, alle precise domande poste dagli Agenti all’inizio dava risposte evasive, ma poi messo alle strette ammetteva le sue responsabilità.
Si ho ucciso il mio cane Breton di quattro anni e mezzo con una fucilata, era diventato pericoloso e ingestibile e mi ha morso più volte… non potevo fare altro”.
Il soggetto non è stato in grado di produrre nessun documento veterinario che comprovasse che il cane era in cura per il problema dell’aggressività, come prove a sua difesa il cacciatore avrebbe fatto notare segni di presunte morsicature sulle dita e sulle cosce.
Le Guardie Zoofile a questo punto, raccolta la dichiarazione dell’indagato non hanno potuto fare altro che segnalarlo alla Procura della Repubblica per il reato di uccisione di animale punibile con art. 544-bis che prevede la reclusione da 4 mesi a due anni.
Renzo Rizzi Ispettore delle Guardie dell’E.N.P.A. nel merito ha dichiarato: “Va ricordato che un cane può mostrare segni di aggressività, in questi casi va portato dal veterinario per fare una diagnosi e mettere in pratica le cure del caso come per qualsiasi altra malattia; nel caso del povero breton artù se ha avuto&a

questo problema non gli è stata data questa possibilità, ed è stato ucciso nel modo spiccio che si usa spesso in questi ambienti, una modalità che non è contemplata nel nostro ordinamento che non prevede la soppressione del nostro ‘migliore amico’ sparandogli una fucilata in testa”.
Brogliano ( Vicenza ).
La segnalazione arrivata da Brogliano alla fine di ottobre era circostanziata e precisa, completa di documentazione fotografica, a due cani da caccia di razza setter inglese, era stato applicato il collare elettrico.Il 15 di novembre verso sera tre Guardie E.N.P.A. si presentavano presso il domicilio del cacciatore e dopo avere appurato che i cani indossavano il collare elettrico antiabbaio, li chiedevano di controllare insieme gli animali.
Da quello che è trapelato, dopo un primo momento di smarrimento e il tentativo di occultare i collari il soggetto avrebbe collaborato pienamente con gli Agenti dell’E.N.P.A. Alle fine dei tre cani Setter detenuti nei box, due indossavano il collare elettrico tipo “antiabbaio” in funzione.
Nell’ammettere le proprie responsabilità il proprietario dei cani O.P. cacciatore di lungo corso, con mansione di responsabilita’ nell’associazione di appartenenza, avrebbe ammesso anche di essere a conoscenza del divieto di utilizzo del collare elettrico ma, l’abbaiare dei cani alla mattina presto disturbava la sua famiglia e i vicini.

Appurato i fatti, le Guardie Zoofile hanno messo sotto sequestro i due collari e inoltravano il materiale alla Procura della Repubblica di Vicenza, che tramite il Pubblico Ministero dott.ssa Serena Chimichi convalidava il sequestro e l’impianto accusatorio.
San Gottardo, (Vicenza )
Il giorno 29 di novembre, durante un controllo riguardante la detenzione anomala di un cane setter inglese, le Guardie Zoofile dell’E.N.P.A. rinvenivano al collo dello stesso un collare elettrico antiabbaio. Il proprietario, un cacciatore ottantenne M.L. che quest’anno a suo dire non avrebbe rinnovato la licenza di caccia, dopo un primo tentativo di occultamento del collare ha collaborato completamente.
Sul fatto il cacciatore si sarebbe giustificato adducendo che il cane disturbava spesso lui e i vicini quando abbaiava.
Il setter dik, un giovane maschio di un anno e mezzo circa, relegato in un box di tre metri per quattro in pianta stabile, in quanto da quello che è emerso non viene liberato, specialmente da quando il cacciatore non lo porta più neanche a caccia. Alla vista delle Guardie che sono entrate nel box insieme al proprietario per togliergli il collare dik dimostrava tutta la sua smania di uscire da quella prigione con guaiti, tremori, salti irrequietezza sfrenata, tanto che il Capo Nucleo ha chiesto di liberarlo immediatamente e permettergli almeno una quindicina di minuti di corsa e sgambamento, stante la situazione sono state impartite precise disposizioni al proprietario aiutato dai familiari: dik deve essere liberato ogni giorno o portato a passeggio e deve essere inviato alle Guardie Zoofile il video dell’attività effettuata almeno ogni due giorni. Gli agenti Zoofili hanno poi messo sotto sequestro il collare elettrico e segnalato il caso alla Procura della Repubblica di Vicenza. Il Pubblico Ministero Dottor Giovanni Parolin convalidava il sequestro e l’impianto accusatorio nei confronti dell’indagato .