11-09-2020 In 50 anni persi due terzi della fauna selvatica mondiale per colpa dell'uomo

 

Perdita e degrado degli habitat, inclusa la deforestazione, influenzata anche dal modo col quale l'umanità produce cibo. Queste le principali cause del declino delle popolazioni che in 50 anni hanno portato alla perdita di due terzi della fauna selvatica secondo il Living Planet Report 2020 del Wwf .

Le specie in via di estinzione analizzate nel rapporto includono il gorilla di pianura orientale, il cui numero nel Parco Nazionale Kahuzi-Biega (Repubblica Democratica del Congo), ha visto un calo stimato dell'87% tra il 1994 e il 2015, principalmente a causa della caccia illegale, e il pappagallo cenerino in Ghana sud-occidentale, il cui numero è diminuito fino al 99% tra il 1992 e il 2014 a causa delle trappole usate per il commercio di uccelli selvatici e la perdita di habitat. Il Living Planet Report 2020, che ha monitorato quasi 21.000 popolazioni di oltre 4.000 specie di vertebrati tra il 1970 e il 2016, mostra anche che le popolazioni di fauna selvatica che si trovano negli habitat di acqua dolce hanno subito un calo dell'84%, il calo medio della popolazione più netto tra tutti i bioma, equivalente al 4 per cento all'anno dal 1970. Un esempio è costituito dalla popolazione riproduttiva dello storione cinese nel fiume Yangtze in Cina, diminuita del 97% tra il 1982 e il 2015 a causa dello sbarramento del corso d'acqua.