27-11-2019 Linee guida carne di selvaggina. Le richieste delle Associazioni ambientaliste e animaliste al Governo

Associazioni ambientaliste e animaliste al Governo: “Gravissimo pericolo per consumatori e animali. Il ministero della salute fermi le linee guida per la carne di selvaggina. Il testo così com’è produrrebbe un allentamento dei controlli di prevenzione e repressione. Si apra un tavolo di confronto nazionale sul tema con associazioni e forze di polizia”

“Siamo di fronte ad un nuovo, subdolo e pericoloso, attacco di cacciatori (e bracconieri) a danno dei soggetti più deboli e ignari: bambini e animali.” Questa la denuncia delle associazioni Enpa, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia e Wwf Italia che segnalano che, con la scusa di dare indicazioni sul corretto uso alimentare delle carni degli animali uccisi dai cacciatori, il prossimo 14 dicembre il Ministero della Salute intende portare, senza alcun confronto preventivo con le associazioni e le forze di polizia, in sede di Conferenza Permanente Stato Regioni e Province Autonome le “Linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica e di controllo ufficiale” che vogliono equiparare l’autoconsumo alla cessione di queste carni a feste di paese, a scuole e a ristoranti “chiusi al pubblico”.

La pessima ipotesi di accordo, in gestazione dal 2015, che si configura come un vero e proprio “condono preventivo” della macellazione clandestina di animali selvatici, produrrebbe, come drammatica conseguenza, opposta a quanto dichiarato, un abnorme allentamento dei controlli di prevenzione e repressione dei reati in danno alla salute umana e in sostegno allo spaccio clandestino di “selvaggina” e al bracconaggio organizzato.

I documenti in questione prefigurano, infatti, la possibilità per i cacciatori (e i bracconieri) di cedere la “selvaggina” alle feste di paese, a ristoranti “chiusi al pubblico” e alle scuole assimilando la loro “manipolazione e preparazione” all’autoconsumo! Un’aberrazione dal punto di vista della valutazione del rischio alimentare.

Per questo le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia e Wwf Italia chiedono al Governo lo stop immediato di queste “linee guida” e l’attivazione di un tavolo nazionale di confronto con le associazioni e con le forze di polizia che quotidianamente, e da decenni, sono impegnate a contrastare le diffuse illegalità presenti in Italia in questo settore a danno di persone e animali.

In autoconsumo, infatti, sono a rischio al massimo poche persone, cosa del tutto incomparabile con le centinaia di partecipanti ad una festa di paese o alle migliaia di bambini di una scuola. Per non parlare della proposta di istituire una nuova fattispecie di ristorante che, dichiarandosi “chiuso al pubblico” e “in festa privata”, dovrebbe essere equiparabile all’autoconsumo: un raggiro vero e proprio per quello che per definizione è un esercizio pubblico.

Anche l’obbligo della tracciabilità delle carni destinate al consumo alimentare, in questa ipotesi di linee guida, sarebbe incontrollabile. Come sarebbe possibile, infatti, effettuare controlli sulla carne fornita da cacciatori (e bracconieri) a feste di paese e a scuole se già “manipolata, preparata, porzionata”? Così come per il ristoratore che si limiterebbe a fornire solo il “servizio di cottura” a cacciagione fornita direttamente da cacciatori (e bracconieri) partecipanti alla “festa privata” di un ristorante “a porte chiuse” al pubblico.

Una proposta che confligge palesemente con regolamenti comunitari e legislazione nazionale vigente, getta una pesante ombra di discredito sugli “esperti” che l’hanno elaborata, aumenta il rischio sanitario, già presente, all’ennesima potenza e con lo stratagemma di assimilare all’autoconsumo la cessione di “selvaggina” manipolata e porzionata da cacciatori (e bracconieri) a feste, scuole e ristoranti “chiusi al pubblico” va oltre ogni perversa immaginazione. In un Paese, l’Italia, che sul bracconaggio ha una procedura d’infrazione ed è continuamente sotto la lente d’ingrandimento della Commissione europea per gravità e diffusione del fenomeno illegale.