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 15-06-2010 Deportazione animali

DEPORTAZIONI DI ANIMALI ALL'ESTERO. L'ENPA CONSEGNA 10MILA FIRME AL SOTTOSEGRETARIO MARTINI

- - Sono circa 10mila gli italiani che hanno firmato la petizione “Ti deporto a fare un giro”, promossa dall'Enpa contro il fenomeno delle finte adozioni e delle deportazioni all'estero di cani e gatti italiani. Le firme sono state consegnate questa mattina dal presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, al Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. “Sono infinitamente grata al sottosegretario Martini – ha dichiarato Carla Rocchi - per l'impegno che ha voluto assumere affinché sia posta fine a ogni forma di deportazione di massa di animali d'affezione”. L'iniziativa dell'Enpa, oltre ad avere ottenuto una positiva risposta da parte delle istituzioni, ha avuto il merito di portare alla luce questo fenomeno, finora quasi sconosciuto al grande pubblico. Ogni anno sono numerosi i furgoni, i camion e perfino gli aerei che partono da ogni regione d'Italia trasportando oltre confine animali d'affezione italiani - diretti principalmente in Germania, Svizzera e Austria – dei quali, una volta giunti a destinazione, si perdono le tracce. Animali privi di documenti, dunque, presi in carico da semplici prestanome che poi acconsentono a spedirli oltre confine con l'unico obiettivo di alimentare un lucroso commercio. Spesso si tratta di randagi raccolti per strada o di finte adozioni; “merce” gratuita all'origine che acquista valore non appena arriva a destinazione. Il loro prezzo, eufemisticamente definito “rimborso spese” può arrivare anche a 350-400 euro. Questo traffico non riguarda soltanto i “trovatelli”, ma anche gli animali di proprietà: alcuni sottratti durante la consueta “passeggiata”, altri invece ceduti dai loro stessi proprietari, per i quali sono ormai diventati un peso. Cuccioli o adulti, sani o malati; non fa differenza. Molti di loro, purtroppo, non giungeranno mai a destinazione: sfiniti dal viaggio, moriranno nel chiuso di un portabagagli o nella stiva di un aereo. Ad alimentare il lucroso commercio di esseri viventi, a volte, rischiano di contribuire le stesse autorità comunali, per le quali le deportazioni all'estero rappresentano talvolta un vero e proprio surrogato delle politiche di contenimento del randagismo. (Fonte ENPA Nazionale)