24-03-2025 Cacciatori a convegno, il governo annuncia blitz in Finanziaria per stravolgere la legge sulla fauna selvatica

“Uomini animali e caccia” è il convegno che si è svolto il 21 marzo in Toscana, organizzato da Federcaccia, con la partecipazione del sottosegretario La Pietra come rappresentante del Governo più sfacciatamente filo venatorio mai avuto – oltre che di altri rappresentanti di “alcuni” portatori di interesse. Un titolo che già la dice lunga sul disperato tentativo di dare a quei pochi cacciatori ancora rimasti – e da qui la disperazione delle lobby economiche e politiche connesse, a partire dagli armieri – un ruolo nella società, cercando di trovare giustificazioni scientifiche ad una pratica che nulla a a che vedere con la scienza. E La Pietra preannuncia un nuovo attacco alla legge sulla fauna selvatica.

Secondo quanto riportato sul sito dell’associazione venatoria organizzatrice, sono stati numerosi i temi trattati: dalla legittimità della caccia dal punto di vista culturale, tradizionale, etico e legislativo (vittima secondo loro della disinformazione e di attacchi ideologici), fino al legame tra Coldiretti e caccia, in particolare per la gestione faunistica. Ovviamente si sono impegnati nel cercare di demolire le motivazioni del mondo animalista ed ambientalista.

Gli animali come oggetti e l’attacco alla legge

Agghiaccianti, poi, i tentativi di relegare gli animali a oggetti, con teorie astruse: dal momento che non hanno doveri, non hanno neanche dei diritti, e che quindi l’articolo 9 della Costituzione – che esplicitamente tutela la biodiversità e gli animali – non porterebbe nessun tipo di cambiamento.
Ovviamente, il sottosegretario La Porta in linea con tutta la politica di destra e del Governo Meloni, ha annunciato che attraverso dei blitz nella prossima Finanziaria, si continuerà a stravolgere la legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica 157/92, già oggetto di modifiche mai avvenute in una democratica discussione parlamentare, ma sempre a suon di decreti ed emendamenti su testi estranei alla materia.

Un confronto senza dati

“Stranamente”, però, i dati non sono stati portati: ad esempio, non si sa quale sia stato il “positivo” impatto della caccia sulla gestione faunistica, visto che specie come i cinghiali, oggetto di abbattimenti continui da oltre 25 anni, ce ne sono ancora e anzi sembrano in aumento. E basta banalmente domandarsi a chi convenga mantenere il numero alto di specie di alto valore economico per i cacciatori, a comprendere che vi è un evidente conflitto di interesse.

Altrettanto stranamente, non si è parlato di come questa tradizione incida sulla vita degli italiani, che devono subire spari e arroganza praticamente dietro o dentro casa loro – l’art. 842 del Codice Civile permette al popolino delle doppiette di entrare nelle proprietà private senza il consenso del proprietario.

E nessun accenno neanche alla richiesta del mondo venatorio di aprire la caccia in deroga ai fringuelli, trovando i pretesti più assurdi e insostenibili scientificamente e legalmente. Nessun accenno alla guerra ai lupi, che mangiano i cinghiali e che quindi sono competitor dei cacciatori stessi e per questo odiati. Nessun cenno alla convivenza con la fauna attraverso la prevenzione e la conoscenza, anziché politiche di paure e odio fomentate dai media.

Il mondo venatorio estremista

Nessuna dichiarazione anche ai ricorsi ai TAR costantemente perduti dalle regioni e da un mondo venatorio estremista; nessun riferimento alla caccia durante i periodi di migrazione pre nuziale e durante la fase di dipendenza dei piccoli dai genitori (pratica vietata dall’Unione Europea); dall’utilizzo delle munizioni di piombo che inquinano gli ambienti umidi e sono pericolosi anche per gli esseri umani. Nessun riferimento alle procedure d’Infrazione aperte dall’Unione Europea perché si caccia troppo e male. E, dal punto di vista conservazionistico, cosa gli invitati a questo convegno pensino sul fatto che si continua a sparare a specie in grave declino numerico riconosciuto dal mondo scientifico – ma che poi compaiono in ogni calendario venatorio, contro i pareri scientifici.

Certo, ci sarebbe altro da dire, ma chiudiamo con questa notizia.

Le vittime della caccia

Il convegno si è svolto il 21 marzo, la giornata della memoria in ricordo delle vittime delle mafie – data tanto esaltata, giustamente, dai rappresentanti istituzionali: “stranamente”, però, nessuna parola sulle altre vittime, quelle persone morte o ferite dai fucili dei cacciatori. Persone che probabilmente fanno o facevano parte proprio di quelle profondamente contrarie alla caccia, ovvero della maggioranza dei cittadini italiani che, proprio dal punto di vista etico e culturale oltre che conservazionistico o “animalista”, hanno da tempo condannato questa pratica. Fortunatamente, il popolo venatorio è sempre più anziano e che piaccia o meno, destinato a finire.